Il castello Aragonese di Ortona è un castello di forma trapezoidale che si trova vicino al porto di Ortona, praticamente sopra una scarpata e, vuoi per il meteo favorevole, vuoi per una giornata infrasettimanale in cui ero libero dal lavoro, l’ho visitato con la mia ragazza. Il castello si visita tranquillamente e gratuitamente, basta verificare l’orario di apertura e chiusura che varia a seconda del periodo dell’anno; io e la mia ragazza siamo andati alle 15, orario di apertura pomeridiano in questo periodo. In realtà per fotografare sarebbe stato meglio andare di mattina ma il tempo libero lo avevo di pomeriggio quindi con le reflex alla mano si fa quel si può; nota positiva, la facciata anteriore di pomeriggio risulta irradiata dal sole e non in ombra, insomma proprio male non è andata! Peccato per il porto, vicinissimo al castello e nel quale vale la pena fare un giretto perché è davvero enorme: quello sì che avrebbe reso di più la mattina, fotograficamente parlando, con il sole all’orizzonte. Quello che vi trovate davanti superato il castello di ingresso
Quello che vedreste all’ingresso se i vostri occhi vedessero gli infrarossi
L’interno del castello
In questa foto si capisce la posizione del castello a strapiombo sul mare; una frana negli anni Quaranta ne ha distrutto una parte
Un’altra inquadratura dell’interno
Il molo nord fotografato dall’interno del castello, a sud c’è quello che viene chiamato porto turistico ma che per motivi di tempo non ho visitato
Alcuni dettagli delle mura
Altri dettagli
Altro dettaglio di un muro
Qui ho sfruttato una finestra del castello per fotografare il centro abitato: una tecnica che si usa in fotografia è quella di sfruttare parti di finestre o ambientazione come se fossero cornici per guidare l’occhio a vedere cosa c’è oltre, la messa a fuoco è sulla città, precisamente sull’uomo in bicicletta e la ridotta profondità di campo non fanno soffermare l’occhio sulla parete che risulta sfocata
Una veduta del castello in infrarossi: nella zona in ombra sembra esserci un vecchio pozzo, di sicuro con la luce mattutina avrei evitato quella brutta ombra e la foto sarebbe stata migliore ma ho voluto mostrarvela lo stesso piuttosto che cestinarla
La visita dell’interno al castello finisce qui però, avendo notato delle scalinate nella parte nord del castello che portano verso il mare, abbiamo deciso di scenderle ed ecco, qui sotto, un po’ di foto. Lato nord del castello, foto eseguita in infrarosso e dopo convertita in bianco e nero
L’inizio della scalinata che scende verso il mare in infrarosso: non sono molto soddisfatto di questa foto a causa del taglio, ero talmente concentrato a non far entrare la mia ombra nell’inquadratura che non ho notato di aver tagliato fuori la cima dell’albero in basso. Pubblico la foto come atto di pubblica ammenda per ricordare a me stesso di stare un po’ più attento, odio girare con zaino e reflex professionali appese al collo e fare questi sbagli, come del resto non mi piace vedere gente che ha reflex e dopo fotografa con la ghiera messa in automatico e il flash pop up che sta fuori per non si sa quale motivo . . . . ma questa è un’altra storia 🙂
A metà strada lungo la scalinata. Qui ho usato il fogliame come cornice per guidare l’occhio verso il tunnel ferroviario a pochi metri dal mare
Stessa foto con inversione dei colori blu e rosso; ritengo che questa sia la foto migliore di tutta la giornata, tanto che ci sto ancora lavorando sopra in post-produzione per migliorarla ulteriormente
A scalinata conclusa ti volgi indietro e questo è ciò che vedi: la parte del castello distrutta dalla frana del 1946,vecchi ruderi e vegetazione in piena fotosintesi clorofilliana, che vanno a nozze con gli infrarossi Finisce così la parte che riguarda il castello, da qui in poi si passa a visitare il molo nord. Il molo sud definito porto turistico, come già detto, non l’ho visitato ma sembrava essere solo una lunga passeggiata per poi arrivare ad un piccolo faro mentre il molo nord mi attraeva di più, ricco com’era di pescatori, gabbiani, cormorani, statue e monumenti commemorativi. Si arriva al molo semplicemente girando intorno al castello e seguendo il sentiero una volta scese le scalette.
Il primo vero faro che vedo in Abruzzo,adesso tutti gli altri fari che avevo visto in Abruzzo sembrano solo delle grandi lampade a led
Un’altra veduta del faro con il castello alle spalle; il faro risalta particolarmente all’occhio in quanto in fase di post produzione ho usato 2 livelli, uno per lo sfondo e uno per il faro. Anche se si trova all’estrema destra del fotogramma scommetto che il faro sia proprio la prima cosa che ha catturato la vostra attenzione, ma se così non fosse vorrebbe dire che ho sbagliato qualcosa in fase di elaborazione
Ma perché ci devono essere sempre delle auto dove non dovrebbero . . . .
…oppure Padre Pio sopra una finestra a 3 metri di altezza ???
Quella che vedete davanti a voi in primo piano è la statua di San Tommaso; all’interno della città, in una cattedrale, sono custodite le sue reliquie
Un altro monumento del porto con un gabbiano reale in alto
Dei cormorani riposano in quelli che sembrano essere i resti di un vecchio molo
Qui mi sono illuso di aver fotografato un raro gabbiano pontico, in realtà tornato a casa, dopo aver sfogliato la mia guida, ho capito che era un giovane di gabbiano reale, distinguibile per via del suo becco tozzo e non lungo (i gabbiani non sono tutti uguali contrariamente a come potreste pensare).
L’articolo finisce qui, ovviamente ho scattato più foto di quelle che vedete ma alcune avevano un soggetto umano e quelle preferisco sempre non pubblicarle anche quando sono proprio le persone a prestarsi ad uno scatto. Quando vi vedono con una reflex e un obbiettivo da 200mm o più montato davanti, anche se non capite niente di fotografia, finite per essere considerati come professionisti . . . . ma non è il mio caso, o no??? Infine ringrazio tutti quelli che mi seguono, non pensavo che una foto pubblicata su Facebook potesse destare tanta attenzione su di me e questo blog che porto avanti da più un anno, alla prossima !!!!